Il cibo nasce con la vita ed occupa una parte fondamentale della nostra esistenza.
L’esperienza derivata da anni di innovazioni e ricerche, ha portato alla necessità
di tornare ad un consumo della ‘materia cibo’ consapevole e rispettosa del nostro
corpo. L’interesse cresciuto attorno al cibo si è trasformato in fenomeno ma non
sempre l’innovazione ha portato a preservare le tradizioni culinarie legate al
territorio.
Sono orgoglioso delle mie radici siciliane, la presenza sul territorio di varie
popolazioni, ha reso questa terra fertile e generosa di profumi, sapori e tradizioni
alle quali mi ispiro ogni giorno per il mio mestiere di cuoco.
La mia grande scommessa è stata l’eliminazione di alcuni elementi solitamente
immancabili nella cucina tradizionale italiana, l’aglio e la cipolla. Niente soffritti,
ma basilico, menta, capperi, origano, mandorle e cannella.
Fondamentali gli agrumi, li uso indistintamente per realizzare ricette salate
e dolci.
Riscoprire antichi piatti della cucina tradizionale è un viaggio nella storia
e nel costume di un popolo.
Alcune ricette come la zucca in agrodolce oppure gli anelletti infornati hanno
origini umili.
Questa ultima ricetta, preparata con le cotenne di maiale, melanzane fritte,
uova ed il canestrato, un formaggio molto saporito e poco costoso, scatena in
me il ricordo dell’ odore che si diffondeva in tutta la casa.
Il mio intento in cucina è il ritorno alla semplicità, dalla scelta dell’ingrediente
alla lavorazione.
Sono fermamente convinto che l’uso dell’aglio impedisca di esaltare i sapori
e gli odori ‘naturali’ degli ingredienti.
La mia predilezione per gli agrumi segue questa direzione, profumi e sapori
che restano indelebili nella memoria e legati al ricordo della degustazione.
Non vorrei che si scambiasse questa mia scelta per un atteggiamento o una moda
del momento.
Nel mio percorso di innovazione, resto ancorato alle tradizioni antiche della
mia terra.
Il clamore creato intorno alla figura dei cuochi star, ha portato ad un’esasperazione
del fenomeno stesso. Il dibattito sul cibo come opera d’arte, creazione e viaggio
nella tradizione di ogni singolo paese, è servito a stimolare nuove idee e concetti.
Nella mia concezione, parlo di cibo come mezzo per viaggiare senza spostarsi,
gustando ricette che esprimano una forza interiore originale tale da rendere quell’esperienza
unica, una sorta di meditazione.
Amo il mio lavoro ogni giorno di più, mi permette di spaziare con la fantasia
e di dedicarmi alle proposte sempre diverse dei miei menu, un omaggio a tutti
coloro vorranno far parte di questo viaggio.
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